Da dove vieni?
BA Art Studio
2022
semester
Paper prints, 100×150 cm, 2022
È sera. Sono ancora in università. Sto leggendo la storia del Dirdnl. Più leggo, più informazioni trovo. Chiudo il libro. Penso: “Come scriverò con la texture di quel vestito? Mi sento estranea a questa cultura. Mai toccato. Mai indossato un Dirdnl.”Mi convinco che sarebbe stato meglio cominciare dalla mia cultura. Mi fermo. Cambio direzione. Prendo il telefono. Chiamo mamma. Risponde. Le chiedo se il “nostro” paese ha costumi tradizionali, capigliature, colori, comportamenti… Mi chiede di spiegarmi meglio. Qualche mese fa ero nella galleria d’arte contemporanea Cellar a Trento. Visitavo la mostra di Zana Masombuka. Le sue fotografie mostravano la sua Ndbele. Ed ero invidiosa: i vestiti, i colori, le collane. Esprimevano una personalità così fortemente radicata nella tradizione e nella storia del suo villaggio. “Non so…” risponde mamma, “non siamo originari di Bosco Chiesanuova”. La nostra famiglia non ha mai veramente sentito la cultura di questo paese. Siamo immigrati. Viviamo qui da poco tempo.” Avevo cinque anni quando arrivai in montagna. Prima abitavamo a Novaglie, una frazione collinare vicino a Verona… Ci penso un attimo. Mi appaiono immagini sfocate e ricordi frastagliati: alberi pieni di foglie, il cortile di sassi, le galline dei vicini la scala a chiocciola che porta al secondo piano. Mamma racconta che anche lei non ebbe mai solide radici in un luogo. La sua famiglia non è originaria della città. Viene dalle campagne veronesi. Sono piccole migrazioni. Ognuna porta e prende qualcosa. La telefonata finisce e sorrido… Penso alla domanda “Da dove vieni?” Capisco che è senza significato. Ora non trovo risposte. Chi lo sa? Forse dopo? Di certo le radici non sono solo luogo. Forse, siamo solo un fluido e perenne cambiamento?