The Voice of the Shuttle
BA Major Design – Graduation Project
2019.3
The Voice of the Shuttle is a thesis project that focuses on textile waste and in particular on offcuts, the pieces that due to their dimensions or shapes are considered useless and consequently end up in the trash.
The focus of this thesis was finding a way to reuse these scraps, starting from the concept that reusing something “broken” can create opportunities, as it happens in Kintsugi, a Japanese ceramic repair practice.
My research focused on the traditional role of fabric, in its forms of tapestries, carpets, but also clothing, as elements with a strong symbolic charge. Using the communicative power intrinsic in fabrics, this project aims at using textile waste as a visual tool to represent our time.
Offcuts can be seen, indeed, as details of a wider frame that most of us are unaware of. As we are used to touch with hands the final product but we do not have experience or knowledge of the process behind it, we have no perception of the damages that even a small amount of waste can cause.
The project wants to describe the extent of the impact that textiles generate during their production, and consequently of the environmental impact that even a single fabric offcut, though apparently insignificant, can bring about.
The Voice of the Shuttle è un progetto di tesi che riflette sul fenomeno dei rifiuti tessili e in particolare sugli scampoli, i pezzi di tessuto che, per dimensioni o forma, sono considerati inutili e di conseguenza vengono gettati.
L’obiettivo di questa tesi è quello di trovare un modo per reimpiegare questi scarti, partendo dal presupposto che il riutilizzo di un elemento “rotto” genera nuove possibilità, come accade nel Kintsugi, la pratica giapponese di riparazione degli oggetti in ceramica.
La ricerca analizza il ruolo tradizionale del tessuto che, nelle sue varie forme (arazzi, tappeti, indumenti), presenta una significativa carica simbolica. Prendendo le mosse dalla forza comunicativa intrinseca nei tessuti, questo progetto intende utilizzare gli scarti come strumento visuale per rappresentare il nostro tempo.
Gli scampoli, infatti, sono i frammenti di una cornice più ampia, che la maggior parte di noi ignora. Non avendo esperienza del processo alla base della produzione dei tessuti, ma essendo abituati a ricevere il prodotto finito, non abbiamo alcuna consapevolezza dei danni che un rifiuto, anche se piccolo, può generare.
Attraverso l’illustrazione di dati spesso non considerati, il progetto descrive l’entità dell’impatto che i tessuti hanno durante la loro produzione e quindi dell’impatto ambientale che anche un singolo scampolo, pur apparentemente insignificante, può avere.