Feral Fermentation
BA Major Design – Graduation Project
2021.2
Il Kit Feral Fermentation nasce dall’esigenza di rendere accessibili e chiare le diverse pratiche
di fermentazione. Il termine Feral fa riferimento al concetto espresso dall’antropologa Anna
Tsing nel suo progetto online “Feral Atlas”, un’analisi transdisciplinare sull’Antropocene più
che umano (Anna Tsing et al.). Feral descrive ogni situazione o entità inizialmente trasformata
o curata dall’uomo, che assume in seguito una propria direzione e sfugge al controllo umano.
Un esempio di entità ferale sono le foreste europee cresciute su ex terreni industriali e agricoli
lasciati abbandonati, come descritto dall’ecologa Annik Schnitzler (Génot e Schnitzler 2013).
Il termine in sé, per come utilizzato da Tsing, non ha una connotazione morale positiva o
negativa, rappresenta unicamente un processo essenziale per il continuo della vita, che
permette alle entità più che umane di rigenerarsi nonostante gli impatti antropogenici.
In questo ambito, la fermentazione è Feral perché seppur inizialmente controllata dall’uomo –
in particolare con le fermentazioni che necessitano un inoculazione come il tempeh – diventa
in seguito incontrollabile. In effetti, i fermentati sono in contrasto con la tipica omologazione
del gusto dei prodotti confezionati e pastorizzati. La fermentazione è viva e per questo non
imbrigliabile secondo precisi standard. Ogni fermentato sarà diverso dal precedente e le
condizioni ambientali che lo circondano sono ben più importanti del semplice ruolo umano.